In tempo di palinsesti succedono cose strane. Il consiglio di amministrazione – sette voti a favore e due contro – ha approvato il cruciverba mezzo pieno e mezzo vuoto di Mauro Masi. Un documento enigmistico per nascondere i programmi sgraditi. Non c’è il nome di Annozero il giovedì sera, ma una triplice dicitura: Santoro, informativo, altro. Il cognome del conduttore, aggiunto in piena baruffa da cda, è l’amo lanciato da Masi per convincere i più scettici. Soltanto il presidente Paolo Garimberti ha creduto nella buona fede del direttore generale che, nel discorso di introduzione, giurava sulla trattativa aperta per l’uscita di Santoro: “Non mi ha comunicato la sua rinuncia, quindi non è previsto nella nostra offerta televisiva perché non apprendo le notizie dai giornali. Aspetto una sua chiamata, per me vale il mandato ricevuto dal Cda di negoziare la liquidazione e un nuovo rapporto con l’azienda. Vi farò sapere”.

E a chi faceva notare che Santoro aveva pubblicamente rinunciato alla trattativa, in una conferenza stampa a viale Mazzini insieme con il direttore di Raidue, Masi ha annunciato la chiusura di Annozero: “Se decide di restare deve lavorare perché l’ha imposto una sentenza, non siamo costretti, però, a rifare Annozero”. E un consigliere ha replicato con ironia: “Che facciamo? Gli affidiamo il Festival di Sanremo?”. La parolina Santoro (tra due barre anonime) ha meritato il sì del presidente Rai: “Il giornalista chiedeva a Garimberti di proteggere Annozero e preservarlo dalla furia del Cda – spiegano a Viale Mazzini – allora perché mette la sua firma sul piano parziale di Masi e non per difendere l’approfondimento più seguito in Rai?”.

Le posizioni del Cda sono inedite: il presidente di garanzia schierato con la maggioranza di destra, Van Straten e Rizzo Nervo, l’opposizione di sinistra, dall’altra parte (doppio no) per l’esistenza di Annozero. Ai primi lanci di agenzie, Garimberti intuisce il pericolo e prova a giustificarsi: “Il mio voto positivo ai palinsesti è spiegato con il fatto che la programmazione dei 13 canali è nel solco di quella linea editoriale che ci ha sempre fatto vincere negli ascolti. A scanso di equivoci, avrei negato il mio voto se negli schemi presentati non fosse stato inserito il programma di Santoro, non presente nella prima stesura presentata al Cda”.

E nonostante la versione di Garimberti, “il programma di Santoro” – ovvero Annozero – non c’è nel testo licenziato, ma c’è soltanto il nome del conduttore: potrebbe sembrare una minuzia, eppure è l’ultima invenzione di Masi: “C’è Santoro? Bene, non Annozero”. Non per caso X-Factor è pronto alla prima serata del giovedì e le partite di Champions passano da Raiuno a Raidue per arginare il prevedibile crollo di ascolti della rete. La minoranza intravede la trappola: “C’è una profonda ambiguità di Masi e per questo motivo abbiamo votato no – spiegano Rizzo Nervo e Van Straten – perché non è confermata la ripresa di Annozero e resta aperta la questione Raitre”.

La riduzione delle puntate di Parla con me di Serena Dandini, in coabitazione temporanea con le celebrazioni per l’Unità d’Italia di Gianni Minoli. Il vicedirettore generale Marano fa un pronostico: “La partita non finirà quattro a zero. Alla Dandini potremmo lasciare due o tre serate. La scadenza per le modifiche è tra un paio di settimane. Il 30 giugno. Non escludiamo novità…”. Vieni via con me di Roberto Saviano avrà quattro appuntamenti su Raitre, la stessa rete che ospiterà una striscia quotidiana di Andrea Vianello e un varietà di Pippo Baudo.Promozione con lode per Gianluigi Paragone che, nonostante i pessimi ascolti, riprenderà l’Ultima parola già a settembre.

Da il Fatto Quotidiano dell’11 giugno

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