Ventitreesimo giorno di protesta: il freddo non molla la presa ma dopo le novità di ieri in commissione Cultura della Camera, anche il sole tiepido riesce ad accendere le speranze.
E’ una giornata con una novità importante, che nei nostri auspici potrebbe rappresentare una svolta, anche se è presto per dirlo: stamattina, infatti, quattro di noi, presi da frustrazione per le mancate risposte dell’Istituto, assieme ai rappresentanti nazionali del nostro sindacato di riferimento, hanno presidiato una stanza del quinto piano del ministero dell’Ambiente, in via Cristoforo Colombo, chiedendo di incontrare al più presto il ministro.
La struttura commissariale che governa il nostro istituto, non sembra avere l’autorità per poter intervenire risolvendo la situazione. Dopo momenti di tensione, quindi, con minaccia di sgombero delle forze dell’ordine, l’occupazione è stata tolta con l’impegno del ministero a un incontro che si terrà lunedì prossimo, 21 dicembre, con il vicecapo di gabinetto del dicastero, delegato dal ministro Prestigiacomo.
Oggi sul tetto abbiamo commentato anche gli eventi di Copenhagen, dove tra scontri di piazza e tentativi di accordo politico si discute il futuro dell’ambiente: è paradossale che mentre l’Italia dialoga con i grandi della Terra, molti di noi che si occupano di questo stanno per andare a casa o ci sono già da tempo.

Leggi gli altri diari dal tetto

Vai alla webcam live

Articolo Precedente

La ricerca impossibile: i soldi finanziano solo bandi vecchi

next
Articolo Successivo

Qualcuno ci ascolta

next