di Elisabetta Reguitti

C’è un limite che perfino la Lega, a Roma, oggi non può superare.

L’emendamento che introduce la cassa integrazione differenziata e che ha fatto gridare alle leggi razziali però è solo un aspetto della politica discriminatoria che a livello locale diventa implacabile.

Lo dimostra ad esempio il caso di Brignano Gera d’Adda, comune in provincia di Bergamo, che ha stabilito aiuti per i disoccupati purché non siano stranieri. I sindaci sceriffo, a volte, sono più potenti dello Stato. Le ordinanze comunali anche se definite discriminatorie e anticostituzionali vengono regolarmente applicate a suon di multe e non solo.

Welcome to Padania! Dove il Pdl ha firmato delega in bianco alla Lega, che impera, sul tema dell’immigrazione. Dove la stessa determinazione che sarebbe necessaria per perseguire e punire i delinquenti, sempre più spesso, viene usata invece per stabilire e diversificare i confini tra i diritti-doveri degli italiani da quelli degli immigrati.

Come si spiegherebbero altrimenti le 800 (più o meno) delibere “dissuasive” nei confronti degli stranieri? Il primato, secondo l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), spetta alla Lombardia con 237, segue il Veneto con 102 provvedimenti, il Piemonte con 63 e il Friuli a quota 17.

Pensò bene poi il sindaco leghista Flavio Tosi che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera spiegò che “gli unici diritti inalienabili sono quelli che riguardano la sopravvivenza”.

Esclusa ad esempio l’istruzione perché “riconoscerla significa ammettere il diritto ai clandestini a una permanenza senza limiti”. Rimanendo sulla scia dell’educazione-istruzione è certamente da ricordare il bando pubblicato dalla provincia di Sondrio che prevede l’assegnazione di alloggi per i soli studenti valtellinesi. Scelta cassata anche in sede di Commissione europea oltre che in tribunale; ma poco importa.

Dall’università ai bambini il passo è breve: bonus bebè nazionalisti (che hanno fatto scuola a Milano e Brescia) ma anche rimborsi spese per cure dentistiche e oculistiche (dai zero ai 19 anni) ai soli italiani come previsto dall’ordinanza del comune bergamasco di Brignano Gera d’Adda.

A Romano d’Ezzelino (Vicenza) il sindaco ha escluso i bambini extracomunitari dai bonus scuola mentre due anni fa ha consegnato i pacchi della Croce Rossa solo a residenti italiani.

Adro, nel bresciano, e un  paese milanese puniscono invece i figli delle famiglie straniere morose sulla retta della mensa scolastica: non paghi? Non mangi! Niente pic-nic nei parchi invece a Brescia (per l’esattezza divieto di sistemarsi in luogo pubblico in modo provvisorio, disordinato e scomposto men che meno giocare a palla oppure a cricket: da pratica sportiva orgoglio dell’impero britannico a simbolo dell’immigrazione.

Proseguendo il viaggio nell’Italia della delibere si scopre poi come la tutela del patrimonio artistico passi anche dai 100 euro di multa alla signora immigrata che si era seduta a riposare ai piedi del monumento, la “Bella Italia” (ironia della sorte). Mentre vengono tolte le  panchine abitualmente utilizzate dagli stranieri a Monfalcone si apre la guerra allo sputo, si specificò “comportamento comune tra i bengalesi”.

Ad Azzano Decimo, sempre in Friuli, ha incontrato ostacoli invece la proposta del sindaco Enzo Bortolotti di permettere la vendita di cous cous, kebab e pollo al curry “soltanto se accompagnati a polenta, brovada e musetto” (tipici della tradizione culinaria locale).

Sul fronte casa a Cernobbio, sul lago di Como, ai futuri sposi in nozze civili la sindachessa impone “ispezioni dei vigili, nelle abitazioni, che dovranno accertare la pulizia di muri e pavimenti e il perfetto funzionamento di docce, bagni e caldaie”.

Ma c’è chi obbliga pure gli amministratori condominiali a relazioni sulle presenze abitative di stranieri nei palazzi; chi ancora ha deliberato il divieto ai non credenti di avvicinarsi a meno di 15 metri dai luoghi di culto o approvato nel piano regolatore la possibilità che i cittadini possano fortificare le proprie abitazioni con sistemi come garrite e barriere di filo spinato.

Sulla questione cittadinanza la fantasia delle amministrazioni comunali sembra davvero illimitata: il sindaco di Teolo (Padova) ha nominato una commissione per verificare la buona conoscenza della lingua italiana da parte dei nuovi residenti allogeni.

A San Martino Dall’Argine, nel mantovano (1800 abitanti e la più bassa percentuale di immigrati della provincia) hanno affisso manifesti per chiedere ai cittadini di "comunicare con tempestività" la presenza di immigrati clandestini.

A Gerenzano (Varese) è stato istituito un numero verde al quale chiamare per segnalare presenze sospette mentre a Ospitaletto, comune della provincia di Brescia, è stato richiesto di presentare la fedina penale per diventare nuovo residente.

da Il Fatto Quotidiano del 12 dicembre

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