Corruzione, udienza a Milano il 27 novembre. Novità a Palermo.
di Giuseppe Lo Bianco

Bocciato il lodo Alfano, a Milano il Tribunale fissa per il 27 novembre il processo a Silvio Berlusconi, accusato di avere corrotto l’avvocato inglese David Mills, condannato a 4 anni e 6 mesi proprio per corruzione. A Palermo la Corte di Appello ritiene ”rilevanti” le parole del pentito Gaspare Spatuzza, che ha accusato il premier di essere il terminale della trattativa tra Stato e mafia nella stagione delle stragi del ’93 e ammette in aula la testimonianza del collaboratore di giustizia. Sull’asse Milano-Palermo arrivano due notizie destinate a togliere il sonno al premier e ai suoi legali, preannunciando un autunno assai caldo per Berlusconi, chiamato di nuovo nelle aule giudiziarie per spiegare e difendersi.

Nel capoluogo lombardo i magistrati bruciano i tempi dopo la pronuncia della Consulta che bocciando il lodo Alfano ha acceso il semaforo verde per il dibattimento che dovrà verificare l’accusa al presidente del Consiglio. E sono proprio i tempi a non lasciare tranquilli i legali del premier: la sua prescrizione dovrebbe arrivare intorno all’estate 2011 ma se tutto resta come ora e Mills venisse condannato definitivamente, la sua sentenza diverrebbe una prova difficile da ignorare nel processo Berlusconi perché di fatto accerterebbe che se c’è un corrotto c’è anche un corruttore.

Invece a Palermo, dopo avere respinto l’audizione di Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco mafioso, per il contenuto contraddittorio delle sue rivelazioni, la corte di appello ha ammesso la testimonianza di Gaspare Spatuzza, il killer pentito di Brancaccio, braccio destro dei boss stragisti Filippo e Giuseppe Graviano che in alcuni interrogatori ha sostenuto che i referenti politici della trattativa nel periodo delle stragi del ’93 erano Berlusconi e Dell’Utri, quest’ultimo condannato in primo grado a 9 anni per concorso in associazione mafiosa.

E c’è attesa a Palermo per le nuove rivelazioni che puntano ”in alto”, chiamando in causa direttamente il premier come interlocutore di quella fase della trattativa con Cosa Nostra: non è escluso che la corte, dopo avere ascoltato le parole di Spatuzza, citato dal pm Nino Gatto, possa disporre nuovi accertamenti, tra cui un nuovo interrogatorio di Berlusconi a palazzo Chigi sui suoi presunti rapporti con la mafia. Esperienza non nuova per il premier che venne interrogato sei anni fa, sempre a palazzo Chigi, dal Tribunale presieduto dal giudice Leonardo Guarnotta in trasferta a Roma: in quella occasione si avvalse della facoltà di non rispondere consigliato dai suoi legali. ”Avevamo messo nel conto questa decisione – ha detto ieri l’avvocato Giuseppe Di Peri, legale del senatore – anche se per noi le dichiarazioni di Spatuzza sono assolutamente non provate".

Adesso la corte deciderà il prossimo 6 novembre data e luogo dell’interrogatorio di Spatuzza, dopo avere acquisito e depositato anche i verbali che il collaboratore ha reso alla magistratura di Caltanissetta. I giudici, infine, decideranno solo dopo avere sentito il pentito se citare sul banco dei testimoni, come sollecitato dal pm, i tre capi mafia Giuseppe e Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro, testimoni, secondo Spatuzza, dei colloqui nei quali egli avrebbe appreso del ruolo di Berlusconi e di Dell’Utri. Sono due, infatti, gli incontri a cui avrebbe partecipato anche Lo Nigro, nei quali, prima con Giuseppe e poi con il fratello Filippo, Spatuzza apprese che tra Cosa nostra e lo Stato era in corso una trattativa, che sarebbe durata fino al 2004, e che i referenti politici dei boss erano proprio Dell’Utri e Berlusconi.

da Il Fatto Quotidiano n°34 del 31 ottobre 2009

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