Dopo due giorni di discussioni, minacce e pressioni, la Corte Costituzionale ha detto chiaro e tondo (si spera, vedremo la motivazione) che la legge è uguale per tutti. Sarebbe bastato un minuto per ribadire l’articolo 3 della Costituzione, ma siamo in Italia e dunque ci son volute 48 ore. C’era qualche giudice costituzionale (6 su 15, si dice) che la pensava diversamente. Per fortuna è rimasto in minoranza. Berlusconi ritorna al suo status naturale, quello di imputato. E forse il presidente Napolitano rifletterà su quella firma in calce a una legge incostituzionale, una delle tante. E’ bello avere un giornale libero per poterlo scrivere. E’ bello sapere che abbiamo almeno un’istituzione di garanzia che non si è ancora venduta all’Utilizzatore finale.


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