Ci siamo arrivati. Lo so, mi rendo conto quanto sia stato un lungo peregrinare tra ipocrisie e bugie con le gambe di un criceto, ma alla fine la montagna, ma che dico la montagna, la collina, ma che dico la collina, la pianura concava ha partorito la solenne e attesa «cazzata». E´ di oggi infatti la confessione resa spontaneamente di fronte alla corte, al giornalista del Corsera, Andrea Garibaldi, da un Walter Weltroni da cui tutti, in vista delle «primarie private» di ottobre, si tengono a debita distanza. Pare sia contagioso. «Craxi innovò più di Enrico Berlinguer. Interpretò meglio di ogni altro uomo politico come la società italiana stava cambiando. Il suo sforzo (di Enrico Berlinguer, nda) non sufficiente al pro­cesso che bisognava mettere in campo. Il Pci soffriva l´inno­vazione come tale».

Interpretare la società che cambia per Weltroni vuole orsodunque dire imparare a prendere mazzette, dividerle e instaurare un sistema corrotto che da Craxi in poi non fece che ingrandirsi e legittimarsi? O Vuole forse dire riuscire a far lievitare il debito pubblico fino a toccare percentuali bibliche, da 234 a 522 miliardi di euro, e portare il rapporto fra debito pubblico e Pil dal 70% al 90%? No perché questa si chiama istigazione a delinquere. Fa piacere che dopo aver affossato il Pd, Weltroni si stia impegnando a revisionare anche la storia giudiziaria d´Italia. Ma come insegna il codice etico del Pd, «una cazzata non è mai tale se non arreca danni direttamente proporzionali alla sua grandezza». E Weltroni ormai è un decano di fama mondiale. Ma è deontologicamente obbligatorio precisare quanto la violenza sulla memoria di Enrico Berlinguer non sia feticismo solo di uno o due dirigenti del Pd. Ma bisogna comprenderli: la figura di Berlinguer per loro è come uno specchio, che li costringe a confrontarsi con un uomo, che al di là dei successi e degli insuccessi, riuscì a dire per la prima volta le cose per come stavano, riuscì a criticare la politica pur facendone parte e a parlare apertamente della corruzione che stava divorando la politica. Un Ufo, un malato di mente insomma.

Nel 2007, quando si decideva, come con le figurine, quali inserire e quali no nel «Pantheon» del nascente Partito Democratico, il 10 aprile Piero Fassino, chiamato anche Radica di Camera, vista la sua permanenza parlamentare unita a quella della consorte, che ormai fa parte dell´arredo con una sua collezione d´interni, la «Serafiniana», disse a Repubblica Radio, di voler inserire tra i padri del Pd anche Bettino Craxi, ladro a volte gentiluomo a volte no, morto da latitante e non da esule, come si suole dire: «Craxi fa parte del Pantheon del Pd come Rosselli, Matteotti, Nenni, e Pertini. Il Pd è il luogo in cui si riconoscono le grandi culture come quella socialista». Nei cimiteri il tumulto fu devastante. Della condanna a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e di quella a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese, e di tutti i processi estinti a causa del suo decesso, Fassino se ne sbatte ampiamente le orecchie, essendo a stretto regime alimentare solo per il cibo; per le cazzate, anche lui, ne va matto.

Di fronte ai giornalisti increduli che chiedono lumi agli altri dirigenti, a mettere le cose in chiaro ci pensa Samuele Bersani, l´ex cantante ora nei Ds con il nome d´arte di Pierluigi, che pochi giorni dopo, in tv, dichiara: «Craxi nel Pd? Non faccio questa riflessione, né su Craxi ma neanche, e guardi cosa arrivo a dire e mi costa molto, su Berlinguer. Io guarderei avanti, punto e basta». Questo qui vi ricordo che si candida oggi a guidare il Pd, prendete nota. Né con i ladri ma nemmeno con gli onesti. Il Pd deve essere equidistante. Ecco il perché quella di Weltroni pare essere una idea condivisa da larga parte dei maggiorenti del Pd, gli stessi che in questi giorni vediamo pallidi e raminghi appendersi ai cavilli per evitare a Beppe Grillo di candidarsi alle primarie e di prendere il doppio dei voti di ognuno dei «loro», come profila anche un sondaggio su l´Espresso, che grillino certo non è. Ieri le cento lire su Craxi, oggi su Veltroni: sogno di una notte di mezza estate.

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