Bologna – Se il sindaco di Firenze Matteo Renzi non prende ancora posizione sulla sfida per la segreteria del Pd, a Bologna il primo cittadino Flavio Delbono è già sicuro: “Nel 2007 se Pierluigi Bersani si fosse candidato contro Walter Veltroni, lo avrei sicuramente votato. Non ho cambiato idea, anche se Dario Franceschini ha fatto un buon lavoro in un momento difficilissimo, Bersani sarebbe senza dubbio il miglior segretario possibile”.

Insomma, Delbono – sulla scia di Romano Prodi (l’ex premier si è speso per lui già dalle primarie) – rompe gli indugi per sostenere Bersani, con un “grazie e arrivederci” impacchettato e spedito da Bologna all’attuale segretario e senza prendere minimamente in considerazione la candidatura di Ignazio Marino. Una strada diversa da quella presa dal precedente titolare della poltrona più alta di Palazzo D’Accursio, quel Sergio Cofferati che guarda all’ex democristiano Franceschini per “una scelta davvero di sinistra”. E la discontinuità, rispetto all’ex segretario della Cgil, la nuova amministrazione vuole rimarcarla con forza, tanto che il nuovo assessore alla cultura, Nicoletta Mantovani, vedova Pavarotti, ha auspicato un nuovo dialogo con quei collettivi giovanili spesso al centro di durissimi scontri con Cofferati.

Dall’altra parte dell’Appennino, a Prato, il primo sindaco non di centrosinistra dalla Liberazione, Roberto Cenni, ha varato la nuova giunta (da cui è esclusa la Lega, anche se non si parla di rottura, che avrebbe voluto l’assessorato alla sicurezza) riuscendo in un colpo alla Sarkozy per il suo staff: tra i consiglieri personali del sindaco spunta il nome di Jury Chechi, il ginnasta olimpionico, in passato consigliere comunale per i Ds: “Non sono un voltagabbana, sono di sinistra e continuerò a votare per il Pd. Anzi, ho detto di no all’assessorato, ma il mio passato politico non c’entra, Cenni mi convince e non potevo tirarmi indietro per la mia città”. Un altro consulente vip di Cenni sarà il comico Giorgio Panariello, che dovrà consigliare il sindaco in materia di cultura e spettacoli. E il conteso assessorato alla sicurezza alla fine è ritornato allo “sceriffo” Aldo Milone, ex diesse, che ha già avuto questa delega prima di rompere con il centrosinistra e candidarsi a sindaco (al ballottaggio ha sostenuto Cenni).

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